Castello dei Paleologi e Museo Archeologico
Storia e Cultura
via Morelli, 2 - 15011 Acqui Terme (AL)
https://www.acquimusei.it/
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Il castello dei Paleologi (seconda metà del XV secolo), storica dimora dei marchesi del Monferrato. ospita al suo interno il Civico Museo Archeologico. La costruzione ha origini molto antiche, le leggende narrano di una prima struttura già in epoca tardo romana distrutta dagli Unni nel 452 d.c. Venne poi ricostruita in età medioevale come sede del potere temporale e dimora del vescovo conte. Durante l'assedio di Carlo I d'Angiò fu parzialmente distrutta e passò tra le proprietà dei marchesi Aleramici. Nel 1430 la città di Acqui Terme e il suo castello vennero conquistati dagli Sforza, con il ritorno dei marchesi del Monferrato il castello venne riedificato e adibito a roccaforte militare, che nel 1647 subì l'assedio spagnolo nel 1747 quello francese.
Oggi il castello è sede del museo civico archeologico, il nuovo allestimento risale al 2001 e consente al visitatore di percorrere un itinerario storico dalla preistoria al medioevo. Risulta impossibile ricostruire come fosse anticamente, infatti, dopo i vari assedi che lo danneggiarono gravemente finì completamente diroccato. L'esposizione si articola in tre sezioni (età pre-protostorica, epoca romana e periodo medievale) con numerosi reperti che documentano la storia del popolamento dell'Acquese. La prime due sale sono dedicate alla preistoria e alla protostoria, con manufatti in selce scheggiata (Paleolitico e Mesolitico: 120000-8000 anni fa), asce in pietra verde levigata (Neolitico: 5750-3500 a.C.), reperti ceramici e utensili metallici dell'età del Bronzo (2200-900 a.C.) e della seconda età del Ferro (475-173 a.C.); questi ultimi illustrano la cultura indigena dei Liguri Statielli ed il processo di romanizzazione del territorio. La sezione relativa all'epoca romana costituisce il settore più importante del museo ed illustra i molteplici aspetti della vita dell'antica Aquae Statiellae (I secolo a.C.-III secolo d.C.). Nelle sale sono esposti: corredi delle tombe rinvenute lungo il tracciato dell'antica via Aemilia Scauri; stele e lapidi funerarie in pietra, come quella di Caius Mettius, in cui il giovane defunto è ritratto insieme ai genitori; decorazioni architettoniche (capitelli, antefisse, cornici), mosaici, sculture e affreschi da edifici pubblici e abitazioni private, oltre ad una selezione delle decine di anfore rinvenute in via Gramsci, che testimoniano l'intensità dei traffici commerciali della città. Al centro della sala dedicata all'urbanistica e all'architettura trova posto la ricostruzione della grande fontana della Bollente, realizzata in blocchi di marmo bianco, venuta alla luce alla fine del XIX secolo. Il periodo tardo-antico e medievale è illustrato dall'epigrafe funeraria di un magistrato cristiano (inizi del V secolo d.C.), dai corredi funebri di epoca longobarda e da una selezione di materiali ceramici (XIII-XIV secolo) dalle indagini recentemente condotte nel centro storico di Acqui Terme.