Comune Pecetto di Valenza

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Pecetto di Valenza
Comune Pecetto di Valenza

piazza Italia, 1 - 15040 Pecetto di Valenza (AL)
Tel. +39 (0131) 940.121
Fax: +39 (0131) 940.707
E-mail: protocollo@comune.pecetto.al.it
http://www.comune.pecettodivalenza.al.it

Sorge all'estremo margine orientale del basso Monferrato, su uno sprone collinare digradante verso la sponda destra del Po, nel quale poco più a valle confluisce il fiume Tanaro. Pecetto è l'antica Pecetum Valentinum di origine romana - scavi archeologici ne hanno confermato l'importanza. Vi sono documentate testimonianze di insediamenti longobardi. Verso il Mille, quando gli Aleramici fondarono la marca del Monferrato, fu compreso anche Pecetto nel feudo del potente marchesato. Con il dominio degli spagnoli iniziato con Carlo V il paese fu definitivamente annesso a contado di Pavia e al ducato di Milano. Durante la guerra tra francesi e spagnoli per il dominio sull'Italia anche Pecetto fu teatro di un sanguinoso scontro e nel giorno del Corpus Domini del 1557 il castello fu distrutto come risulta da documenti dell’archivio parrocchiale. Dopo il Congresso di Vienna il comune tornò ai Savoia. Durante la guerra di indipendenza del 1859 Vittorio Emanuele II salì sui resti del castello per osservare le mosse delle truppe austriache che avevano invaso la Lomellina.
La Parrocchiale di Santa Maria, eretta nel 1739, è in stile barocco lombardo e si apre sulla piazza con una delicata scalinata sormontata da un bramantesco pronao.

A Pecetto di Valenza nacque Giuseppe Borsalino il 15 settembre 1834. A sedici anni si trasferì a Sestri Ponente da dove s’imbarcò alla volta di Marsiglia, in quanto la Francia era considerata in quel periodo “patria della lavorazione del cappello”. Nel 1857 rientrò in Alessandria con il proposito di mettersi a lavorare in proprio in società con il fratello Lazzaro. Lo stabilimento di Alessandria rimase il centro della sua attività. Qui infatti vennero formate eccellenti maestranze e studiati attentamente i mercati creando le basi della fortuna del marchio “Borsalino” poiché Giuseppe desiderava fortemente fare del suo “cappello” un prodotto eccellente. Nel 1888, con lo spostamento del canale Carlo Alberto, la sede è definitivamente stabilita in Corso Cento Cannoni con la creazione dello stabilimento e del Palazzo Uffici oggi sede dell’Università. Alla sua morte nel 1900 la produzione annuale era di 750.000 cappelli di cui 450.000 destinati all’esportazione. Da ricordare l'impegno nel campo del sociale di Giuseppe Borsalino: fu uno dei primi grandi industriali italiani a creare quelle provvidenze a favore dei lavoratori ancora prima che venissero previste dal legislatore. Il figlio Teresio proseguì nell’attività industriale del padre e, in sua memoria, realizzò opere e provvidenze a favore dei dipendenti, della città di Alessandria e del paese natale del padre, Pecetto di Valenza.

(testo - estratto - e foto dal sito del Comune)

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