Comune Molare
Informazioni utili per il soggiorno
piazza Marconi, 2 - 15074 Molare (AL)
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Abitato fin da tempi antichi da popolazioni liguri, il toponimo sembra derivi da “saxa molaria”, una cava di pietre da macina presente in questa zona. Nella metà del XIII secolo i primi feudatari del borgo furono i Marchesi del Bosco; in seguito, Molare passò prima ai Malaspina, poi ai Paleologi del Monferrato e, successivamente, ai Gonzaga; venne infine annesso ai domini dei Savoia.
La visita inizia dal Castello: edificato nella seconda metà del ‘500 dalla famiglia Gaioli- Boidi, subì nei secoli diverse modifiche, assumendo le caratteristiche di dimora nobiliare, come confermano lo scalone settecentesco e gli affreschi di Ivaldi il Muto. Successivamente vennero alzate le torri e aggiunte le merlature; le modifiche continuarono fino a fine ’800, eseguite da Alfredo D’Andrade.
A poca distanza sorge il Palazzo Tornielli; fu fatto costruire dalla famiglia nel 1834 e, pochi anni dopo, vennero aggiunti ai piani terreno e nobile un terzo piano e due torrette. La facciata è neoclassica e gli interni sono stati affrescati dal pittore ovadese Ignazio Tosi. Oggi il palazzo è una splendida location per eventi.
Nella piazza principale sorge la Parrocchia di N. S. della Pieve. Fu costruita a partire dal 1702 ma completata e consacrata nel 1803; l’interno conserva affreschi eseguiti da Ivaldi il Muto.
Nella parte bassa del borgo e inserita nel recinto cimiteriale troviamo la Pieve di Campale, l’edificio più antico del paese dove sorsero i primi insediamenti. Spostandoci alla frazione Rocche sorge il Santuario dedicato a Maria: la leggenda narra che qui, nel 1500, la Vergine apparve alla contadina Clarice. La chiesa, edificata nel corso del XVII secolo, ha subito modifiche e restauri successivi ed è stata consacrata nel 1873.
Dal paese partono diverse escursioni che conducono alla Diga di Molare, alla scoperta di un’imponente struttura immersa nella natura che porta con sé un tragico ricordo: il 13 agosto del 1935 il crollo della diga secondaria di quello che era il lago di Ortiglieto provocò vittime e devastazione.
I molaresi chiamano “Giro del Casello”, una stradina adibita, un tempo, al passaggio dei muli che, partendo dalla piazza del paese, arriva fino a Cremolino. E’ un piacevole percorso da fare sia a piedi che in mountain bike, così come le passeggiate sui sentieri vicino al fiume Orba che conducono ad alcuni laghetti molto frequentati in estate.