Archi dell'Acquedotto Romano

Storia e Cultura

Acqui Terme
Archi dell'Acquedotto Romano

viale Acquedotto Romano - 15011 Acqui Terme (AL)
zona Bagni
Tel. +39 0144.57555
Tel. +39 0144.322142
E-mail: info@acquimusei.it
https://www.acquimusei.it/

Gli archi dell’acquedotto romano costituiscono uno dei vanti storici della città di Acqui: si tratta infatti del meglio conservato fra tutti i monumenti di questo tipo ancora esistenti nel territorio dell’attuale Piemonte ed uno degli esempi di acquedotti di epoca romana più significativi dell’intera Italia Settentrionale.
La costruzione di questo impianto può essere fatta risalire alla prima età imperiale, forse all’epoca augustea (inizi del I secolo d.C.).
Attualmente sussistono ancora due ampi tratti distinti della struttura originaria, composti rispettivamente da sette e otto piloni in muratura di pietra, a base quadrangolare. Nel tratto meglio conservato, vicino al greto del fiume Bormida, i piloni (alti circa m 15) reggono ancora quattro ampie arcate a sesto ribassato, alla cui sommità era in origine collocato il condotto destinato allo scorrimento dell’acqua, andato ormai perduto.
Il percorso dell’antico acquedotto si sviluppa per una lunghezza di circa 12 km, a partire dal bacino di raccolta delle acque situato in località Lagoscuro (in comune di Cartosio), attraverso la Valle Erro, fino alla sponda sinistra della Bormida, con un salto di quota complessivo di circa m 50.
Nel primo tratto, il tracciato è quasi interamente sotterraneo ed è costituito da un condotto a sezione rettangolare, realizzato in opera cementizia (ciottoli fluviali o piccoli blocchi di arenaria legati con malta tenace) e coperto da una volta a botte.

Nel tratto terminale invece, a partire dalla Regione Marchiolli, all’altezza dell’attuale strada statale del Sassello, proprio per la necessità di attraversare la valle della Bormida e l’alveo del fiume, venne realizzata la grandiosa costruzione in elevato, raccordata alla parte sotterranea del condotto.
Nel suo complesso, la struttura in elevato doveva essere costituita, in origine, da almeno una quarantina di piloni, attraverso i quali l’acquedotto faceva infine il suo ingresso monumentale nell’antico abitato di Aquae Statiellae.

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