Comune Borgoratto Alessandrino
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Pur essendo probabile che il paese abbia avuto origine da un posto di tappa Romano sulla via Fulvia, in prossimità di un guado sulla Bormida, bisogna arrivare al marzo 1203 per incontrare un primo scritto e quindi allo "instrumentum" del 1222 riguardante la chiesa intitolata a S. Maria Assunta. Borgoratto, divenuto "corpo santo" (frazione) della neonata Alessandria (1165 - 1175), dovette subire tutti i contraccolpi delle vicende alessandrine specie dopo che la città venne fagocitata dal ducato di Milano (1316). Nel 1535 entrò a far parte della Corona di Spagna e con la riorganizzazione del 1658 divenne Comune autonomo. Al 1801 risale la costruzione della strada napoleonica Cassine - Strevi - Alessandria che ancora oggi attraversa gran parte dell'abitato. Alle successive vicende risorgimentali Borgoratto è legato alla figura di Romeo Bozzetti, profugo Lombardo - Veneto, poi fra le figure di spicco della spedizione dei Mille.
Tra i personaggi illustri legati al borgo di Carentino figurano: Cino Bozzetti, una delle personalità di maggior spicco della Mostra dell'Incisione Italiana del 1915 e quindici anni dopo, con una sua personale a Torino, confermò di essere fra i migliori incisori del primo Novecento - importante e significativa, anche se a lungo meno conosciuta, la produzione pittorica ad olio e ad acquerello - nel palazzo comunale sono custodite alcune sue acqueforti, mentre presso la Big Bench degli Artisti è installata la riproduzione del suo dipinto “L’incontro”; Ernesto e Mario Ferrari, padre e figlio, artigiani fabbri, riuscirono a raggiungere livelli di vera arte nella lavorazione del ferro - pur conservando una certa sobrietà nelle linee, dedicarono singolare cura alla ricerca e all'esecuzione del particolare, tanto da manifestare in ogni "creazione" un gusto raffinato unico e sorprendente - nella bacheca allestita nel palazzo comunale si possono ammirare alcune piccole sculture e bozzetti dei due artisti mentre presso la Big Bench è installata la riproduzione fotografica di un particolare della cancellata di Villa Ravizza; Cesare Bruno, alla cui intensa e prestigiosa attività professionale di medico si è affiancata una produzione pittorica di grande rilievo, con le sedie come suo elemento distintivo della maggior parte delle sue opere - presso la Big Bench è installata una riproduzione del suo dipinto “Nell’isola dei Feaci”, 1974; Mario Conzano, artista che ama raccontare storie di vita tratteggiando i suoi personaggi con gesto forte e incisivo - ha donato a Borgoratto alcune sue opere che si possono ammirare nel palazzo comunale mentre presso la Big Bench è installata una riproduzione del suo dipinto “La banchèina” particolarmente significativo perché riproduce una scena di vita quotidiana a Borgoratto; Riccardo Cassola, autodidatta, ha iniziato con il classico figurativo, nature morte e paesaggi, per elaborare poi uno stile parallelo, molto personale, consistente in figure geometriche variamente composte e allocate - ha donato al Comune alcune sue opere che si possono ammirare nel palazzo comunale, mentre sono visibili su via Acqui i murales che ornano la sua abitazione e presso la Big Bench è installata una riproduzione del suo dipinto “Riuniti per i pettegolezzi di fine estate”.
(Testo - estratto - e foto dal sito del Comune)